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Sharm El Sheikh

Le mie esperienze di viaggio (2002, 2003, 2004) in Egitto..

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Monte Sinai

Descrizione

La chiesa sulla cima del monte Sinai Le numerose escursioni che si possono effettuare nei dintorni del monastero di Santa Caterina offrono la possibilità di ammirare paesaggi veramente unici, costituiti da un deserto roccioso dalle forme e dai colori straordinari, nonché luoghi connessi coi più antichi avvenimenti storici della tradizione ebraico-cristiana. Gli itinerari possono richiedere da poche ore ad alcune giornate, ma in ogni caso non vanno presi alla leggera, perchè si tratta di montagne impervie, con dislivelli anche severi, quindi è necessario attrezzarsi con scarpe da trekking, abbigliamento adeguato e protezioni solari. Le stagioni migliori sono l'inverno e la primavera, ma anche in questi mesi è sempre raccomandabile iniziare il percorso alle prime ore del giorno, proteggersi bene dal sole, portare un capo pesante e una buona riserva d'acqua.
I tragitti più classici sono quelli che, con inizio dal monastero di Santa caterina, raggiungono le cappelle e i più famosi luoghi sacri, come l'escursione alla vetta del Gebel Musa identificato nel monte Sinai del libro dell'Esodo.
L'ascensione al Gebel Musa, il luogo dove Yahwèh consegnà al suo popolo le Tavole della Legge, si compie, secondo tradizione, di notte, per poter assistere al sorgere del sole dalla cima della montagna: uno spettacolo che farà dimenticare disagi e fatiche e, soprattutto, il notevole affollamento della vetta. Per l'ascensione notturna è buona norma dotarsi di una pila, che permetta di far luce sulle asperità del terreno.
Calcolate che l'alba, il giorno dell'equinozio, è alle 6 del mattino e che è, quindi, opportuno intraprendere l'ascensione verso le 2,30-3 di notte.
Due sono gli itinerari che portano in vetta al monte Sinai: il Sikkat al-Basha, ovvero "il cammino del pascià" (perchè fatto costruire dal pascià Abbas I), un ampio e gradevole sentiero che per lungo tratto si può fare a dorso di cammello, mentre nel tratto finale condivide l'ultima parte, ripidissima, del secondo itinerario, il Sikkat Saytna Musa. Quest'ultimo, decisamente più impegnativo per la notevole ripidità, è "il cammino di Mosè", ovvero il percorso seguito dal profeta per salire a quello che la tradizione biblica chiama monte Horeb, ed è formato da una lunga scala di 3700 gradini, che la leggenda vuole siano stati scavati ed intagliati nel granito da un monaco per mondare i propri peccati e che suggeriamo di percorrere in discesa.
L'alba sul monte Sinai Il primo itinerario attacca a est del monastero e sale per facili tornanti fino alla sella che separa il Gebel Muneiga, che chiude ad oriente la valle del Monastero, dal Gebel Musa; piega poi decisamente a destra per raggiungere un passaggio pianeggiante intagliato nella roccia (prima del quale si arrestano i cammelli) e immettersi in discesa nel "cammino di Mosè", in un punto in cui sorgono alcune baracche e ristori. Qui si imbocca a sinistra il ripido tratto finale, corrispondente a 700 alti gradini che portano sulla vetta del monte Sinai, dove sorge la cappella della Santissima Trinità (costruita nel 1934 sulle rovine di un edificio di culto preesistente) e una piccola moschea. Se manca ancora tempo all'alba, farete bene a coprirvi perchè spesso qui i venti sono freddi, e una volta ammirato lo spettacolo indicibile del sole che sorge tingendo di fantastiche tonalità queste montagne, sarà possibile scendere lungo il secondo itinerario, il Sikkat Saytna Musa, più difficile, ma decisamente più interessante. Scesi i 700 scalini sommitali e tornati al punto di ristoro, si prosegue dritto anziché girare a destra e si punta verso la ben visibile radura con dei cipressi, un muro di cinta ed una pozza d'acqua (su un rilievo a sud si noteranno ache due cappelle, dedicate a Mosè e ad Elia).
E' questo l'anfiteatro dei Settanta Saggi d'Israele, dove gli anziani che accompagnavano Mosè si fermarono contemplando da lontano la potenza divina, mentre il profeta proseguiva verso la vetta. Riprendendo a scendere si attraversa la vicina porta di Santo Stefano, un semplice arco di pietra, e poco dopo la porta della Confessione, dove i pellegrini che transitavano in salita sostavano per chiedere a un monaco sempre presente il perdono dei loro peccati, senza il quale non potevano procedere verso la sacra cima. Più in basso si incontra la cappella della Vergine Maria, oltre la quale si apre lo stretto e ripido canalone, percorso dalla parte inferiore della scala, inciso nelle pendici del Ras Safsafa (dalla cui cima Mosè mostrò le Tavole della Legge al popolo radunato nella piana) che sbuca sul Wadi ad-Dayr proprio alle spalle del Monastero.
Si rammenti che questi monti sono considerati sacri anche dai musulmani, perchè secondo la tradizione islamica lungo gli stessi gradini del Sikkat Saytna Musa sarebbe salito il cavallo di Maometto, per condurre il Profeta in cielo.
A chi volesse evitare l'affollamento del sentiero e la salita notturna consigliamo di intraprendere l'ascensione lungo il Sikkat al-Basha un paio d'ore prima del tramonto - cosa che consentirà di ammirare durante la salita i fantastici panorami di luce di questo deserto - e fermarsi a dormire in uno dei ristori approntati nel tratto terminale del sentiero o in vetta (ci sono giacigli e coperte, ma è più igienico portarsi un sacco a pelo).